ivan
ivan aderisce al movimento culturale ReWriters come sostenitore del nostro progetto di riscrittura dell’immaginario contemporaneo e ReWriters è fiero di sostenere il suo lavoro, tra graffitismo e street art, che lo vede come il più importante riferimento internazionale della poesia di strada.
I suoi muri sono sparsi tra Europa, Stati Uniti, Africa e Sud America e le sue collettive hanno travolto l’Italia ma anche Cuba, Libano, Francia, Germania, Haiti, Kosovo, Cecoslovacchia, Albania, Spagna, Inghilterra, e Palestina.
Alcuni di noi c’erano, nel 2007, alla sua mostra voluta dall’allora assessore alla cultura di Milano, Vittorio Sgarbi, allestita al PAC, Street art, sweet art, a cui hanno partecipato gli artisti più noti della street-art italiana. Bellissimo Ivan, Poesia Viva (Skira edizioni) con i testi di Gino Strada, Caparezza e Armando Cossutta, e decisamente da collezione la copertina del numero 98 di LaLettura, inserto del Corriere della Sera, a cui è seguita una mostra collettiva presso la Triennale di Milano.
La collaborazione con Renzo Piano, con Tiziano Ferro, Luca Carboni, Ghali, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, con la rivista di fumetti Linus, con l’agenda di Smemoranda, con Radio Popolare, con la trasmissione TV Che Tempo che Fa di Rai 3, con l’Istituto Europeo di Design, con il Darthmouth College di Hanover ne fanno una icona assoluta della contemporaneità.
Quando, nel 2018, viene condannato dal Tribunale Penale di Milano alla pena di danneggiamento per un’opera di illegal art, si sollevano in tanti esponenti della cultura italiana a firmare un appello, tra cui Moni Ovadia, Caparezza, Franki Hi-nrg. La pena viene sospesa e Ivan dichiara di aver sempre operato dopo avere condiviso il suo progetto con gli abitanti del posto e che non sempre è necessaria un’autorizzazione formale per certe opere d’arte perché ne basterebbe una verbale, ma conclamata, dei cittadini. “Il tema della scrittura pubblica e della poesia di strada è come a “dare la parola”, prendersi un impegno con sè stessi attraverso gli altri, dalla strada per la strada. E’ onere ed onore per me lasciar, una delle prime volte, parole non mie su un muro…mi insegna che le parole di tutti a tutti appartengono, che le parole di Rewriters son come le mie e quindi nostre“. ivan.